Descrizione
Si presenta con una sobria facciata in pietra leccese terminante con timpano triangolare, tipico dello stile neoclassico, e con una torre dell'orologio.
Campanile della Chiesa S. Maria delle Grazie
Prima di accedere al tempio occorre ammirare l'artistico portale ligneo, realizzato nel 1983, in occasione dell'Anno Santo, e che lo scultore di Surbo Paolo Lani impreziosì con artistiche formelle in rame sbalzato che nelle fasce laterali raffigurano i mestieri dell'ormai tramontato mondo contadino del Salento, mentre al centro appaiono scene evangeliche che hanno per protagonisti la Vergine e Gesù, nonché la storia della Fascia. Nella parte superiore del portale due riquadri alludono ai titoli mariani più venerati a Merine: Santa Maria delle Grazie e Maria SS. Assunta. L'interno, a croce latina, misura in lunghezza m. 23,30 e in larghezza m. 7 nella navata e m. 14,50 nel transetto e ospita alcuni altari laterali e un altare maggiore caratterizzato da un particolare tabernacolo ligneo (XVII secolo, opera di Fra Giuseppe da Soleto), a due piani con semicupoletta ottagonale terminante con una croce. L'altare maggiore e il tabernacolo ligneo provengono da Lecce, dalla ex chiesa di S. Maria del Tempio convertita in caserma detta prima del "Tempio" e poi nel 1905 intitolata ad Oronzo Massa. Lungo il lato destro della navata troviamo la Cappella che ospita l'opera in cartapesta di G. Manzo raffigurante la Vergine Addolorata e il simulacro di Cristo Morto. La seconda cappella dedicata ai SS. Medici possiede una tela dei titolari. La terza cappella è dedicata alla Madonna del Rosario, raffigurata da una tela di buona fattura, di autore ignoto, ma assegnabile al XIX secolo, recentemente restaurata. Nel braccio di sinistra del transetto vi è l'altare in pietra leccese, dedicato all'Assunzione di Maria Vergine, che appare effigiata da una tela del 1878. Accanto, prima della nicchia che ospita la statua della Vergine Assunta, notiamo un ex voto costituito da una tavola lignea di cm. 59x26, che in bassorilievo raffigura l'Assunta e in basso un soldato che prega. L'opera, che fu realizzata dal siciliano Giovanni Errico nel 1942, nel 1946 dai reduci merinesi, i cui nomi sono incisi sulla facciata posteriore, fu donata alla Parrocchiale. Essi con migliaia di altri prigionieri della seconda guerra mondiale, dagli inglesi erano stati internati nel campo di Zonderwater, a circa 43 km da Pretoria, in Sudafrica, dove subirono tante sofferenze. Nel braccio destro del transetto incontriamo l'altare, in conglomerato di gesso e stucco dedicato a S. Vito, con tela del titolare, recentemente restaurata, nonché le nicche con le statue di S. Rita e dell'Immacolata. Nel presbiterio troviamo la nuova mensa liturgica, per realizzare la quale venne abbattuto l'antico e monumentale Altare Maggiore i cui pezzi mancanti, dopo varie peripezie e contestazioni, ora provvisoriamente sono custoditi nel Seminario Arcivescovile di Lecce. Sopra l'antico Altare Maggiore poggia l'artistico tabernacolo ligneo, di cui si è accennato innanzi, e sui capitelli laterali dello stesso appaiono due angeli portafiamma in cartapesta, offerti nel 1941 dalle tabacchine di Merine, che avevano devoluto una giornata di salario. Nel lato di sinistra della chiesa vi è la Cappella del Sacro Cuore di Gesù, con simulacro in cartapesta. Indi la Cappella delle Anime Sante del Purgatorio che si dota di un altorilievo in cartapesta raffigurante la Madonna del Carmine e le anime supplici. L'ultima cappella di questo lato ospita il Battistero, con moderne raffigurazioni pittoriche del battesimo di Gesù ed altre scene allegoriche. Sul retrospetto della chiesa è conservato un piccolo organo del 1783, ben conservato e di recente restaurato, opera di Francesco Giovannelli. L'antica croce processionale costituisce un altro prezioso arredo della Parrocchiale di Merine. L'opera realizzata dal leccese Francesco De Matteis nel 1587, è in rame sbalzato e dorato, e reca la firma dell'autore. Il globo che regge la croce, invece venne realizzato, con motivi fitomorfi, dal merinese Poleta Quarta, che pure firmò il suo manufatto. La chiesa possiede, infine, un bellissimo Crocefisso in cartapesta che era posto sul lato destro del presbiterio. L'Opera, che è una vera rarità artistica, venne realizzata nel XVIII secolo da Pietro Surgente di Lecce e rappresenta il Christus Patiens, ossia sofferente, agonizzante, secondo i dettami scaturiti dal Concilio di Trento. Questo Crocefisso il 18 settembre 1994 venne esposto nel corso della solenne concelebrazione eucaristica presieduta da Papa Giovanni Paolo II nello stadio di Lecce.